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Nel corso del 2025, il settore veterinario ha registrato un notevole aumento del 5% nelle vendite di antimicrobici destinati agli animali da reddito, segnando un cambiamento rispetto ai trend in calo degli anni precedenti. Questo dato è emerso dal secondo rapporto annuale dell’ESUAvet, che include informazioni provenienti dai 27 stati membri dell’Unione Europea, oltre a Islanda e Norvegia.
Per la prima volta, il rapporto ha sistematizzato informazioni dettagliate sull’uso specifico degli antimicrobici per diverse specie animali, integrando così le tradizionali statistiche di vendita. Questo cambiamento è stato reso possibile grazie al Regolamento (UE) 2019/6, che impone a tutti gli stati membri di raccogliere e comunicare i dati relativi alle vendite e all’uso di medicinali veterinari attraverso la piattaforma ASU (Antimicrobial Sales and Use) dell’EMA.
Dettagli sulle vendite e sull’uso degli antimicrobici
Nel corso del 2025, le vendite complessive di medicinali veterinari antimicrobici hanno superato le 4.000 tonnellate nell’Unione Europea. Di questo totale, ben il 98% è stato destinato ad animali da reddito.
Questo incremento del 5,1% rispetto all’anno precedente ha segnato un’inversione del trend discendente osservato fino a quest’anno. Un’analisi più approfondita ha rivelato significative differenze geografiche, con cinque paesi (Francia, Germania, Italia, Polonia e Spagna) che coprono da soli il 75% del volume totale di vendite, nonostante rappresentino solo il 60% della biomassa stimata di animali da reddito.
Le vendite normalizzate per biomassa mostrano un’ampia variabilità tra i diversi Stati, con valori che oscillano da 1,8 mg/kg a 112,9 mg/kg.
Classificazione degli antimicrobici e tendenze di vendita
Nel corso del 2025, le sostanze più vendute tra gli antimicrobici per animali da reddito sono state le penicilline, con una quota del 34,2%, seguite dalle tetracicline (22,0%) e dai macrolidi (9,2%). Questi tre gruppi hanno complessivamente rappresentato il 65,5% delle vendite totali. È stato registrato un notevole aumento del 11,9% nelle vendite di penicilline, in particolare di amoxicillina, che ha mostrato una forte richiesta nel mercato.
Per quanto concerne le forme farmaceutiche, le soluzioni orali hanno dominato il mercato, costituendo il 65,3% delle vendite. A seguire, si trovano le premiscele (13,2%), le formulazioni iniettabili (12,7%) e le polveri orali (7,4%). Questa suddivisione evidenzia le preferenze dei professionisti del settore nella somministrazione degli antimicrobici.
Implicazioni per la salute pubblica e classificazione AMEG
La classificazione AMEG (Antimicrobial Advice ad hoc Expert Group) categorizza gli antimicrobici in base alla loro rilevanza per la salute umana e veterinaria. A livello europeo, il 67,6% delle vendite totali per animali da reddito appartiene alla categoria D (prudenza, antimicrobici di prima linea). La categoria C (cautela) rappresenta il 26,4% e la categoria B (restrizione) il 6,0%.
Particolarmente preoccupante è l’aumento delle vendite di antimicrobici di categoria B, inclusi i fluorochinoloni e le cefalosporine di terza e quarta generazione. Questi mostrano notevoli variazioni nazionali, con sette paesi che registrano proporzioni superiori al 10%.
Uso negli animali da compagnia
Per gli animali da compagnia, come cani e gatti, le vendite di antimicrobici hanno raggiunto 34,3 mg/kg, con una diminuzione dell’8,2% rispetto all’anno precedente. Questa riduzione è attribuibile sia a un calo del volume di vendite, pari al 4,7%, sia a un incremento della biomassa stimata, che si attesta al 3,9%. A differenza degli animali da reddito, la distribuzione dei farmaci per gli animali domestici evidenzia una quota maggiore per le penicilline, che rappresentano il 48,4% delle vendite totali.
Inoltre, il 71,5% delle vendite per animali da compagnia appartiene alla categoria C, prevalentemente per l’uso di penicilline in combinazione con inibitori delle beta-lattamasi, come l’amoxicillina con acido clavulanico.





